La nascita

Ricorda il Maestro Mario Vicari in uno scritto del 1954: “Nell’aprile 1904, e qui comincia la vera storia della nostra corale, mi vedo comparire in negozio un amico di scuola tale Ezio Antognini figlio dell’ora direttore della posta. Mi saluta e mi dice: Ho intenzione di fondare una corale per il canto di chiesa. Non conosci tu un buon maestro che potrebbe assumere l’incarico di istruire un coro di cantori?” La domanda è falsamente ingenua perché ben sa Ezio Antognini che Mario Vicari ha studiato in Conservatorio a Zurigo e che in casa Vicari si respira musica e canto (suo padre soleva raccogliere nella sua abitazione vari cantori che si esercitavano in canti di chiesa).

La scintilla accende un fuoco immediato. Infatti, come ricorda ancora Mario Vicari in una lettera del 1934: Ebbi sott’occhi in questi giorni il verbale di costituzione definitiva della nostra corale. Esso porta la data del 4 maggio 1904, ed è sottoscritto dai primi sei soci e cioè i signori: Giuseppe Agolini, Ezio Antognini, Giuseppe Bianchi, Carlo Oldani, Guido Tognola e Mario Vicari. La radunanza fu tenuta in una sala superiore dell’albergo del Pozzo, in Lugano …il 4 maggio la nostra corale fu costituita sotto il Patronato di Santa Cecilia.”

La corale di Mario Vicari

Il nome di Mario Vicari resta indissolubilmente legato alla corale Santa Cecilia per più di 50 anni. Egli la dirige con passione, competenza (e anche con qualche crisi, presto rientrata) fino al 1957.

Dopo la fondazione ben presto la corale incomincia la sua attività. Il 31 luglio 1094 è già documentata una sua apparizione ad una festa di Santa Maria. La Santa Cecilia, colmando un vuoto, diventa la corale ufficiale della Diocesi di Lugano, legata alla Cattedrale principalmente, ma cantando spesso anche a Santa Maria degli Angeli e all’immacolata. In quegli anni, e soprattutto negli anni trenta, l’attività è intensa. Oltre ai servizi in chiesa bisogna citare le numerose sortite in radio (nel 1933 per fare un esempio ce ne saranno ben 21), i concerti ed operette a scopo benefico. La corale non fatica a trovare nuove voci. Una statistica del 1944 indica che ben 306 coristi hanno prestato i loro servizi nei primi 40 anni di attività.

Le finanze della Santa Cecilia, documentate dal libro dei verbali, ci mostrano una società bene amministrata. Il saldo, in quegli anni, è sempre attivo. Mario Vicari si accontenta di 250 franchi all’anno ai quali rinuncerà poi dopo.

L’aspetto sociale è altresì importante. Ricorda sempre il Vicari: Nell’agosto 1905 la corale si reca a Breno e questa fu la prima passeggiata, a cantare la messa per la festa di S. Lorenzo. La gita si svolse a piedi andata e ritorno. Una seconda fu effettuata a Vezio. Sempre col cavallo di S. Francesco. Quelle erano passeggiate …”. Ne seguiranno molte altre in Ticino e fuori (Venezia, Nizza, Firenze, Genova, Ginevra, …) sempre con un momento canoro, attraverso l’accompagnamento della S. Messa.

Malgrado un momento di crisi con il Capitolo della Cattedrale e le dimissioni dai servizi in San Lorenzo nel 1938, la corale continua ad essere molto richiesta a Lugano e fuori cantone. Nel 1939 la Santa Cecilia viene scelta, quale corale ticinese, per le celebrazioni religiose dell’Esposizione Nazionale a Zurigo.

Gli anni della seconda guerra mondiale

Giunge la seconda guerra mondiale. La Santa Cecilia è “l’unica corale che continui regolarmente la sua attività, malgrado i tempi” fa notare il suo direttore, anche se a causa dell’oscuramento le lezioni durano solo un’ora. Per fare un esempio, nel 1943 “furono tenute ben 92 lezioni collettive, 4 trasmissioni di concerti alla radio, 20 sortite alla chiesa degli Angeli”, grazie, aggiunge Vicari, “alla costanza dei soci che va assolutamente apprezzata e riconosciuta per il suo giusto valore.”

Per sottolineare l’aspetto familiare della corale ed il suo ruolo “paterno” del maestro notiamo da un verbale del 8 settembre 1942 a proposito di una gita sociale: “Degno di alto rilievo e di severa disciplina il contegno corretto dell’elemento maschile verso la sezione femminile tanto da sembrare una sola famiglia di fratelli e sorelle”.

Il dopoguerra: ripresa e crisi

Finita la guerra, la corale riprende la sua attività regolare all’Immacolata, alla chiesa degli Angeli ed in radio con qualche crisi, come le dimissioni di Vicari nel 1947 (poi respinte) dovute ad un certo scoraggiamento per la scarsa presenza alle lezioni. La questione dell’assenteismo e dei ritardi alle prove era e resta uno dei motivi principali di discussione alle assemblee come lo dimostrano i verbali. Nel 1948 si legge: “Per i soci attivi che mancano alle lezioni per due volte al mese, senza giustificazione, si decide di applicare una multa di fr. 0.50.”

Nell’assemblea del 31 gennaio 1956 il maestro Vicari rassegna le dimissioni e chiede lo scioglimento della società. Scrive: “La situazione è semplicemente disastrosa. Ci troviamo davanti allo sfacelo.” Per impegni presi con la chiesa degli Angeli continua per un anno, ma il 22 gennaio 1957 – dopo 53 anni alla testa della Santa Cecilia e all’età di 77 anni – il maestro Mario Vicari rassegna le dimissioni definitive durante l’assemblea della corale. “Dinanzi alla malattia generale di assenze dalle lezioni che regna attualmente, chi canta eventuali nuovi programmi? A che cosa serve un maestro senza soci?”. L’intervento del maestro è seguito da “un attimo di silenzio e di indecisione generali” come riporta il verbale. L’assemblea accetta le dimissioni e decide di continuare l’attività cercando un nuovo maestro.

Gli anni bui del complesso

Willy Krancher assume la direzione della corale nel 1958. Trova una corale in crisi profonda. Si riducono i servizi alla chiesa degli Angeli, i soci sono pochi. A un certo momento si discute di un eventuale fusione. In quegli anni la Santa Cecilia sopravvive a malapena. Il 1. aprile 1964 si legge sul libro verbali: “Il nostro maestro W. Krancher ci ha lasciati per assumere la direzione della corale Santa Lucia a Massagno. Ora siamo senza maestro e senza servizio alla chiesa degli Angeli dato che ci hanno disdetto il contratto.”

Laconica sentenza. Sulla stessa pagina, scritto con la stessa mano si può leggere, in data fine ottobre 1964: “Ora abbiamo trovato un nuovo maestro nella persona del Sig. Italo Nodari. Ci siamo trasferiti alla chiesa di San Nicolao in Besso dove abbiamo ripreso le lezioni e i servizi.” 

Il presente

Ottobre 1964 segna l’inizio dell’epoca moderna per la Santa Cecilia, vuoi per la sua collaborazione con la chiesa di San Nicolao e successivamente con la chiesa di S. Lucia a Massagno, vuoi per il grande lavoro svolto in questi 50 anni da due spiccate personalità musicali che hanno il primo, Italo Nodari, ridato vita ad una società agonizzante e il secondo, Mauro Polli, continuato egregiamente sulla linea tracciata dal predecessore.

Per succedere a Italo Nodari viene scelto nel 1984 un giovane maestro, Mauro Polli, allora 27enne, che si sta diplomando in direzione corale e pianoforte al conservatorio di Zurigo.

In quell’anno, nella festa di Cristo Re, la Santa Cecilia festeggia solennemente l’ottantesimo a San Nicolao con la benedizione della nuova bandiera da parte del parroco Don Biaggini e con l’esecuzione della “Missa brevis Sti. Joannis de Deo” di Joseph Haydn. Il buon lavoro iniziato da Italo Nodari continua sotto la direzione di Mauro Polli, sia nella condecorazione delle messe a S. Nicolao, alla radio e in altre chiese di Lugano, sia nei concerti organizzati regolarmente ogni anno. In luglio 1993 la corale è invitata a tenere un concerto nella rassegna “Ceresio Estate” nella chiesa di Pambio Noranco.

Anche la vita societaria è molto attiva con cene, gite organizzate da un comitato attivo che lavora con passione e dedizione anche nel reperire gli sponsor per la realizzazione dei concerti. Il novantesimo, nel 1994, segna una svolta, non dal punto di vista societario o liturgico, ma con l’interpretazione nei programmi dei concerti annui a San Nicolao di opere del grande repertorio e di una certa ambizione: Hassler (Missa Super Dixit Maria), Mozart (Missa Brevis in si, Kronungsmesse, Vesperae Solennes de Dominica), Haydn (Nelsonmesse, Paukenmesse, Schöpfungsmesse), Charpentier (Te Deum), accompagnate dalla Camerata Giovanile della Svizzera italiana e poi, in seguito, dal Corelli Ensemble con l’ensemble di fiati di Mauro Ghisletta. Il concerto del 90° vede una chiesa di San Nicolao gremita e, negli anni successivi, l’apprezzamento del pubblico per i concerti sono un premio per le ore che i coristi dedicano all’apprendimento di tali opere.

Inoltre in questi anni continua la collaborazione con i Canterini di Lugano per i “Carmina Burana” di Carl Orff al Padiglione Conza con la banda di Castagnola diretta da Mauro Ghisletta, e per tre nuove esecuzioni della “Sacra Terra del Ticino”.

È degna di nota anche la collaborazione con la Civica Filarmonica di Lugano sotto la guida del mo Pietro Damiani la cui “Missa Brevis in la min.” viene pure interpretatta in varie occasioni.

Il concerto di gala del centenario della Santa Cecilia si tiene nella chiesa di San Nicolao a Besso, gremita in ogni ordine di posto. La corale viene accompagnata dal Corelli Ensemble e dai fiati di Mauro Ghisletta, avrà come programma il “Te Deum” di Marc-Antoine Charpentier e la “Waisenhaus Mass KV 139” di W.A. Mozart.

Più di trenta anni di grande impegno sotto la guida competente a appassionata di Mauro Polli, sempre cosciente di dove sono i limiti musicali dei cantori e capace di sfruttare appieno le qualità.

Il futuro

In una lettera del 26 gennaio 1956, Mario Vicari scriveva: Gioventù non se ne trova più che si dedichi al canto corale, è il cinema e lo sport che oggi trionfa.” Cosa direbbe oggi? Parole di scoraggiamento, eppure sono passati più di 6 decenni e la Corale Santa Cecilia festeggia il suo secolo e più da complesso vivo e attivo.

La corale Santa Cecilia è sicuramente pronta ad affrontare anche il terzo millennio con ottimismo per la “diffusione del bel canto”, come recitava l’articolo 1° degli statuti di fondazione nel lontano 1904.